NORMATIVE
Normative abbigliamento protettivo
In base al Regolamento (UE) n. 2016/425 e a tutte le sue modifiche e integrazioni, esistono 3 categorie di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI):
- I Categoria: DPI semplici, destinati a proteggere contro rischi non gravi e comunque facilmente rilevabili
- II Categoria: DPI intermedi, tutti quelli che non ricadono né nella I né nella III categoria
- III Categoria: DPI complessi, destinati a proteggere contro rischi gravi o letali e comunque non rilevabili in tempo dall’operatore.
Per i DPI di I cat., per poter apporre il marchio CE è sufficiente che il produttore o il distributore autorizzato dichiari la conformità alle norme tecniche e ai requisiti essenziali di sicurezza e sanità (autocertificazione).
Per i DPI di II e III cat.deve intervenire un ente indipendente (ente certificatore notificato europeo) ad emettere, dopo una serie di controlli e test, un certificato CE. In questo caso il marchio CE è accompagnato da un numero che identifica l’ente (DPI III cat.). Il DPI di III cat. è anche soggetto ad un ulteriore serie di controlli sul fabbricante e sullo stabilimento di produzione (art. 19 del Regolamento).
Nell’ambito della III cat., per indirizzare l’utilizzatore verso la scelta più appropriata dell’indumento protettivo, è stata determinata un’ulteriore classificazione con sei livelli di protezione (tipi):
- Tipo 1 – indumento a tenuta stagna ai gas: EN 943-1
- Tipo 2 – indumento a tenuta non stagna ai gas: EN 943-1
- Tipo 3 – indumento a tenuta di liquidi: EN 14605
- Tipo 4 – indumento a tenuta di spruzzi: EN 14605
- Tipo 5 – indumento a tenuta di particelle solide: EN ISO 13982-1
- Tipo 6 – indumento a tenuta di schizzi leggeri: EN 13034
Certificazioni:
- Protezione da particelle radioattive EN 1073-2
- Protezione da rischio biologico EN 14126
- Protezione chimica EN 14605 – EN ISO 13982-1 – EN 13034
- Prerogativa antistaticità EN 1149-5
Materiali speciali
TLA: speciale tessuto non tessuto da 63gr./m2 composto da strato interno in polipropilene e strato esterno in pellicola laminata in polietilene. Questo particolare abbinamento garantisce un’efficace barriera contro agenti chimici.
SMS: speciale tessuto non tessuto da 55gr./m2 composto da tre strati in polipropilene (spunbond-meltblown-spunbond). La peculiarità degli strati esterni è la resistenza meccanica che si aggiunge all’elevato potere filtrante dello strato interno.
Dispositivi di Protezione Individuale
La Direttiva Europea
Per dispositivo medico si intende qualsiasi strumento, apparecchio, impianto, o altro prodotto destinato dal fabbricante ad essere impiegato nell’uomo a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, terapia, attenuazione di una malattia, di una ferita o di un handicap. La direttiva 93/42 CEE recepita dal D. Lgs. 46/97 e s.m.i. disciplina la produzione e l’immissione in commercio dei dispositivi medici.
Il guanto monouso è dispositivo medico in funzione del suo utilizzo a contatto con il corpo umano per scopi diagnostici e/o terapeutici.
Il guanto monouso non sterile commercializzato da Rays in base alla destinazione d’uso prevista ai sensi della Direttiva sui Dispositivi Medici è classificato come Dispositivo Medico di classe I.
Requisiti generali UNI EN 455
La norma europea armonizzata che definisce i requisiti generali per i guanti da esaminazione medicali è la UNI EN 455 (1-2-3-4) che definisce i livelli di prestazione minima per quanto concerne le caratteristiche dimensionali e qualitative (spessori, assenza di difetti, resistenza del materiale) del prodotto e che stabilisce un AQL minimo di 1.5 per dichiararne la conformità come DM.
Ai fini della commercializzazione del prodotto come Dispositivo Medico è necessario che venga apposta la marcatura CE e che il dispositivo sia iscritto nel registro dei dispositivi medici tenuto presso il Ministero della Salute.
ASTM F 1670
Metodo di prova utilizzato per valutare la resistenza dei materiali alla penetrazione di sangue sintetico in condizioni di continuo contatto con il liquido.
Ai fini della commercializzazione del prodotto come Dispositivo Medico è necessario che venga apposta la marcatura CE e che il dispositivo sia iscritto nel registro dei dispositivi medici tenuto presso il Ministero della Salute.
ASTM F 1671
Metodo di prova per la resistenza dei materiali alla penetrazione di agenti patogeni trasmissibili al sangue che utilizza la penetrazione da batteriofago Phi-X174 come sistema di prova.
Dispositivi di Protezione Individuale
Con il termine dispositivi di protezione individuale (acronimo DPI) si intendono i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l’indossi o comunque li porti con sé, da rischi per la salute e la sicurezza. Tali dispositivi sono utilizzati in molteplici ambiti: lavorativo, domestico, sportivo e ricreativo.
I guanti che vengono utilizzati per assolvere alla funzione di protezione come DPI devono essere progettati e fabbricati secondo le norme previste dal Regolamento Europeo 2016/425 e le specifiche norme tecniche armonizzate di prodotto.
Il Regolamento Europeo
Il Regolamento 2016/425 stabilisce i requisiti per la progettazione e la fabbricazione dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) che devono essere messi a disposizione sul mercato al fine di garantire la protezione della salute e della sicurezza degli utilizzatori. I guanti per essere commercializzati come DPI devono essere in possesso di apposita marcatura CE che, per i DPI di II e III categoria (protezione da rischi gravi e rischi mortali), deve essere rilasciata da un Organismo Notificato.
Categorie DPI
Categoria 1: comprende i rischi minimi di lesione con riguardo ad esempio:
- lesioni meccaniche superficiali
- contatto con prodotti per la pulizia poco aggressivi o contatto prolungato con l’acqua
- condizioni atmosferiche di natura non estrema
- contatto con superfici calde che non superino i 50°C
Categoria 2: Rischi gravi diversi da quelli elencati nelle categorie I e III
Categoria 3: Rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni alla salute irreversibili con riguardo, ad esempio, a:
- sostanze e miscele pericolose per la salute
- agenti biologici nocivi
- radiazioni ionizzanti
- ambienti ad alta e/o bassa temperatura aventi effetti comparabili a quelli della temperatura dell’aria di almeno 100°C e/o di -50°C o inferiori
- getti ad alta pressione
Requisiti generali UNI EN 420
I guanti per poter essere certificati come dispositivi di protezione individuale devono rispettare i requisiti previsti dalle norme tecniche di prodotto armonizzate. Per i guanti di protezione la norma base è la UNI EN 420 ossia la norma generale che fissa i requisiti generali, quali:
- Rispetto delle misure standard
- Test della destrezza
- Verifica della costruzione
- Rispetto delle indicazioni di marcatura
EN ISO 374-1:2016
La norma specifica i requisiti dei guanti destinati a proteggere l’utilizzatore se a contatto con prodotti chimici o microrganismi in base a tre metodi di test:
– Test di penetrazione secondo lo standard EN 374-2:2014, cioè il passaggio di una sostanza chimica o di un micro-organismo attraverso la porosità dei materiali, le cuciture, eventuali microforature o altre imperfezioni del guanto di protezione.
Un guanto non deve presentare perdite se sottoposto a prove di tenuta dell’aria e all’acqua e deve essere testato e controllato in conformità con il livello di qualità accettabile (AQL).
– Test di permeazione secondo lo standard EN 16523-1:2015, cioè il passaggio di una sostanza chimica attraverso il materiale del guanto di protezione a livello molecolare e cioè si misura il tempo impiegato dal liquido per venire a contatto con la pelle.
– Test di degradazione secondo lo standard EN 374-4:2013, cioè l’alterazione delle proprietà fisiche del guanto a contatto con un prodotto chimico, ad esempio sfaldamento, gonfiore, disintegrazione, infragilimento, alterazione del colore, cambiamento di aspetto, indurimento o ammorbidimento.
L’esposizione rispetto alla sostanza chimica in esame deve essere di 60 minuti. I risultati del test di degradazione devono essere dichiarati nella nota informativa.
I guanti di protezione chimica sono suddivisi in tre categorie:
TIPO A – Se il tempo di passaggio di 6 sostanze chimiche, selezionate tra quelle elencate nella normativa EN 16523-1, è maggiore uguale 30 minuti (livello 2)
TIPO B – Se il tempo di passaggio di 3 sostanze chimiche, selezionate tra quelle elencate nella normativa EN 16523-1, è maggiore uguale 30 minuti (livello 2)
TIPO C – Se il tempo di passaggio di 1 sostanza chimica, selezionata tra quelle elencate nella normativa EN 16523-1, è maggiore uguale a 10 minuti (livello 1)
EN ISO 374-5:2016 – Protezione da batteri, funghi e virus
La norma prevede che i guanti per la protezione da batteri e funghi, a cui viene applicato il pittogramma di rischio biologico, devono aver superato il test di penetrazione (impermeabilità). Per la protezione contro la penetrazione dei virus il guanto deve essere sottoposto anche al test di penetrazione virale secondo secondo la norma ISO 16604:2004. Se superato sotto il pittogramma andrà aggiunta l’indicazione “VIRUS”.
Normative sulle vie respiratorie
La scelta del respiratore più adatto va fatta secondo due criteri di base:
- Tipo di contaminante
- Concentrazione del contaminante espressa in T.L.V. (valore limite di soglia), cioè la concentrazione media ponderata nel tempo su una giornata di 8 ore lavorative e su 40 ore settimanali, alla quale il lavoratore può essere esposto senza effetti negativi sulla sua salute. I livelli del T.L.V. variano secondo il tipo di sostanza e sono riassunti in tabelle specifiche. Non sono da utilizzare facciali filtranti o respiratori a filtro in caso di pericolo per insufficienza d’ossigeno (concentrazione inferiore al 17%). L’insufficienza può insorgere in ambienti chiusi, può essere causata da una reazione chimica, dal fuoco o quando i gas eliminano l’ossigeno dell’aria. In questo caso si deve usare un respiratore isolante (autorespiratore o sistema ad aria compressa).
I contaminanti nell’aria si presentano sotto forma di:
POLVERI
Sono particelle generate da frantumazione di materiali solidi.
Più la polvere è fine, più a lungo resta sospesa e maggiori sono le possibilità di inalarla. Le polveri sono prodotte da operazioni di sabbiatura, perforazione, smerigliatura, macinazione, ecc.
FUMI
Sono particelle solide molto fini. Si formano quando si fonde o vaporizza un metallo che poi si raffredda rapidamente. I fumi hanno origine da operazioni di saldatura, fusione dei metalli, ecc.
NEBBIE
Sono minuscole goccioline liquide a base organica o a base acquosa che si formano da operazioni di spruzzo. Le nebbie hanno origine da operazioni di verniciatura, mescolatura, ecc.
GAS
Sono sostanze in fase gassosa a pressione e temperatura ambiente. Possono essere inodori, incolori e diffondersi molto velocemente anche a distanze notevoli dalla loro fonte. Esempi sono l’azoto, l’ossido e il monossido di carbonio, il freon, il metano, ecc.
VAPORI
Sono la forma gassosa di sostanze che a temperatura ambiente si trovano allo stato liquido o solido. Esempi sono le benzine oppure i solventi contenuti nelle vernici (acetone, toluolo, ecc.).
FACCIALI FILTRANTI EN149: 2001 + A1:2009
Possono essere utilizzati per protezione da POLVERI, FUMI e NEBBIE. Si suddividono in tre classi, in base all’efficienza filtrante:
Classe 1 (FFP1)
Protezione da aerosol solidi e/o liquidi nocivi. Efficienza filtrante 78% polveri. Limite di impiego fino a 4,5 x TLV
Classe 2 (FFP2)
Protezione da aerosol solidi e/o liquidi a media tossicità. Efficienza filtrante 92% polveri. Limite di impiego fino a 12 x TLV
Classe 3 (FFP3)
Protezione da aerosol solidi e/o liquidi tossici. Efficienza filtrante 98% polveri. Limite di impiego fino a 50 x TLV
Normativa Guanti monouso per il contatto alimentare
Reg. (UE) N. 10/2011
Nasce dall’esigenza di avere un testo consolidato con soppressione di parti obsolete e superflue della Direttiva 2002/72/CE (modificata 6 volte) e a seguito della lentezza dei recepimenti nazionali delle direttive. Con questo Regolamento, i simulanti utilizzati per i test di migrazione globale cambiano nel modo seguente:
DIRETTIVA 85/572/CEE
- Simulante A acqua distillata
- Simulante B acido acetico 3% p/v
- Simulante C alcool etilico 10% v/v
- Simulante D olio di oliva rettificato
REGOLAMENTO N. 10/2011
- Simulante A alcool etilico 10% v/v
- Simulante B acido acetico 3% in soluzione acquosa
- Simulante C alcool etilico 20% v/v in soluzione acquosa
- Simulante D1 alcool etilico 50% v/v in soluzione acquosa
- Simulante D2 olio vegetale
Normative calzature di sicurezza
Le calzature di sicurezza fanno riferimento alle seguenti normative:
EN ISO 20344:2021 Dispositivi di protezione individuale - Metodi di prova per calzature e requisiti generali.
EN ISO 20345 Dispositivi di protezione individuale - Calzature di sicurezza con puntale resistente a 200 joule. Il puntale deve resistere senza rompersi alla caduta di un peso di circa 20 kg da 1 metro di altezza.
Le calzature che rientrano in questa norma sono contraddistinte dalla lettera S (safety = sicurezza).
La norma EN ISO 20345, è stata aggiornata: a partire dal 30 marzo 2023, tutte le scarpe antinfortunistiche che verranno immesse sul mercato dovranno essere certificate secondo la nuova EN ISO 20345:2022, che va ad aggiornare la EN ISO 20345:2011.
Le calzature di sicurezza immesse sul mercato dopo il 30 marzo 2023 dovranno possedere la certificazione EN ISO 20345:2022, ma le scarpe certificate EN ISO 20345:2011 già presenti in commercio potranno ancora essere vendute fino alla scadenza del loro certificato, che ha una durata di 5 anni.
Per un primo periodo, quindi, sul mercato si troveranno sia scarpe con certificazione EN ISO 20345:2022, sia scarpe con certificazione EN ISO 20345:2011.
Cambiamenti nei requisiti di base
Le calzature di sicurezza devono possedere alcuni requisiti obbligatori a prescindere dalla classe e dalla categoria.
Alcuni dei più importanti sono:
- Ilpuntale deve essere resistente agli urti fino a 200 J e a un carico di compressione fino a 15 Kn.
- La suola deve essere antiscivolo secondo determinati test
- La forma deve presentare una ergonomia ben definita
- I materiali della tomaia devono essere resistenti allo strappo e all'abrasione
- La traspirabilità dei tessuti deve essere garantita in determinate percentuali.
Ecco come cambiano i requisiti base con la nuova norma EN ISO 20345:2022:
- Il requisito di resistenza allo scivolamento su ceramica con detergente NaLS diventa obbligatorio;i test SRA, SRB e SRC vengono quindi eliminati
- Si elimina la prova per lo scivolamento con la scarpa in posizione piatta, introducendo la prova con scarpa inclinata;
- La resistenza agli idrocarburi diventa un requisito facoltativo, mentre in precedenza rientrava tra quelli di base
- Si introducono nuove regole inerenti la traspirabilità della tomaia, che dovranno essere rispettate in presenza di parti non traspiranti.
In merito al requisito di resistenza agli idrocarburi (FO) ci teniamo a specificare che, con l'introduzione di questa nuova norma, sarà necessario cercare la sigla tra i requisiti supplementari.
Requisiti | Categorie di sicurezza | ||||
SB | S1 | S1P | S2 | S3 | |
Puntale resistente allo schiacciamento pari a 200 Joule | x | x | x | x | x |
Suola resistente allo scivolamento (SRA/SRB/SRC) | x | x | x | x | x |
Suola resistente a oli e idrocarburi (FO) | x | x | x | x | x |
Calzatura antistatica (A) | x | x | x | x | |
Capacità di dissipazione dell’energia nel tallone (E) | x | x | x | x | |
Lamina antiperforazione (P) | x | x | |||
Tomaia idrorepellente (WRU) | x | x |
REQUISITI OPZIONALI
C: conduttività
HI: isolamento dal calore
CI: isolamento dal freddo
HRO: resistenza al calore da contatto
I: calzatura isolata elettricamente
M: protezione del metatarso
CR: resistenza al taglio
AN: protezione alla caviglia
SRA: resistenza allo scivolamento su suolo di piastrelle di ceramica con soluzione di Laurilsolfato di sodio (SLS)
SRB: resistenza allo scivolamento su suolo di acciaio con glicerolo
SRC: SRA + SRB
Normativa guanti da protezione
I guanti di protezione devono essere progettati e fabbricati in modo da fornire protezione quando utilizzati in conformità alle istruzioni del fabbricante, senza arrecare danno all’utilizzatore.
I materiali del guanto, i prodotti di degradazione, le sostanze contenute, le cuciture e i bordi e in modo particolare quelle parti che sono a diretto contatto con l’utilizzatore, non devono danneggiare la salute e l’igiene dell’utilizzatore stesso. Significato ed interpretazione dei nuovi pittogrammi standard utilizzati per l’identificazione dei guanti protettivi trovano indicazione nel Regolamento Europeo 2016/425 sui Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). Il Regolamento dispone che i guanti di disegno intermedio e complesso debbano essere approvati da un organismo indipendente (ente certificatore europeo notificato) per accettarne la sicurezza. Tutti i DPI devono essere in possesso della marcatura CE in funzione della categoria di appartenenza.
La marcatura CE va apposta, oltre che sul confezionamento, anche su ogni singolo dispositivo, a meno che tale procedura non ne comprometta i requisiti di sicurezza e semprechè la superficie disponibile sia sufficiente allo scopo (rivedere per non economico).
Categorie DPI
Categoria 1: Rischi minori (rischio di lesione inesistente o limitato). L’abbigliamento è soggetto ad una procedura di autocertificazione e il fabbricante è tenuto a verificare la conformità del prodotto alle disposizioni generali della normativa.
Categoria 2: Rischi gravi (rischio reale di lesione nella maggior parte delle applicazioni industriali).
I guanti richiedono un certificato di conformità rilasciato da organismi notificati.
Categoria 3: Rischi irreversibili o mortali (attività che presentano un rischio mortale per le persone quali maneggio di materiali contaminati o di composti chimici altamente corrosivi, antincendio o operazioni con alta tensione).
I guanti richiedono un certificato di conformità rilasciato da organismi notificati. La certificazione prevede che i dispositivi vengano sottoposti a controlli annuali di sorveglianza da parte dell’organismo notificato per verificare il mantenimento
del possesso dei requisiti. La marcatura CE apposta sul confezionamento e/o sul dispositivo è seguita dal numero dell’organismo notificato.
Requisiti generali EN 420:2003+A1:2009
I guanti per poter essere certificati come dispositivi di protezione individuale devono rispettare delle esigenze normative. Per i guanti di protezione la norma base è la EN 420:2003, ossia la norma generale che fissa i requisiti indispensabili, quali:
- Innocuità (Cromo esavalente, Ph, Cadmio etc.)
- Rispetto delle misure standard (tabella 1)
- Test della destrezza
- Verifica della costruzione
- Rispetto delle indicazioni di marcatura
EN ISO 20471:2013+A1:2016
Indumenti di segnalazione ad alta visibilità per uso professionale Requisiti e metodi di prova
Gli indumenti ad alta visibilità sono destinati a fornire un’alta visibilità dell’utilizzatore visto dagli operatori di veicoli o di altri dispositivi meccanizzati in qualunque condizione di luce diurna o alla luce dei fari dei veicoli nell’oscurità. Ogni indumento alta visibilità è certificato secondo aree minime di materiale fluorescente, che permette maggiore visibilità di giorno, e banda retroriflettente della luce artificiale (fari di automobile) che permette maggiore visibilità di notte. La norma EN ISO 20471 suddivide gli indumenti in alta visibilità in tre classi, basate sulle aree minime di materiali ad alta visibilità visibili incorporati nel capo di abbigliamento, dove la classe 3 indica il livello più alto di visibilità.
Taglia del guanto | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 |
Lunghezza minima (mm) | 220 | 230 | 240 | 250 | 260 | 270 |
Circonferenza della mano (mm) | 152 | 178 | 203 | 229 | 254 | 279 |
Lunghezza della mano (mm) | 160 | 171 | 182 | 192 | 204 | 215 |
Rischi meccanici EN 388:2016
Tutti i guanti di protezione che servono a prevenire tutti i rischi derivanti da contatto fisico e meccanico devono essere certificati secondo i criteri della EN 388:2016. Questa norma stabilisce dei valori di resistenza che il guanto di protezione deve soddisfarein relazione all’abrasione, al taglio di lama, allo strappo ed alla perforazione (tabella 2). Tali risultati devono essere riportati sulla marcatura del DPI accanto al pittogramma specifico e su tutta la documentazione tecnica che lo accompagna (nota informativa).
A | 0-4
Resistenza all’abrasione. Indica il numero di cicli necessari per deteriorare il guanto di prova ad una velocità costante. |
Livelli di prestazione | 0 | 1 | 2 | 3 | 4 | |
Test (cicli) | <100 | >100 | >500 | >2000 | >8000 | |||
B | 0-5
Resistenza al taglio. Indica il numero di cicli necessari per tagliare il guanto di prova ad una velocità costante. |
Livelli di prestazione | 0 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 |
Test (fattore) | <1,2 | >1,2 | >2,5 | >5,0 | >10,0 | >20,0 | ||
C | 0-4
Resistenza allo strappo. Indica la forza necessaria per lacerare il guanto di prova. |
Livelli di prestazione | 0 | 1 | 2 | 3 | 4 | |
Test (Newton)
|
<10 | 10> | >25 | >50 | >75 | |||
D | 0-4
Resistenza alla perforazione. Indica il numero di cicli necessari per deteriorare il guanto di prova ad una velocità costante. |
Livelli di prestazione | 0 | 1 | 2 | 3 | 4 | |
Test (Newton)
|
<20 | >20 | >60 | >100 | >150 | |||
E | A-F
Resistenza al taglio secondo EN ISO 13997:1999. Indica il valore della forza (espressa in Newton) necessaria per tagliare il guanto di prova ad una velocità costante. |
Livelli di prestazione | 0 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 |
Test (fattore) | <2 | >5 | >10 | >15 | >22 | >30 |
Protezione da rischio chimico e biologico EN ISO 374:2016
I guanti di protezione utilizzati nelle lavorazioni che presentano il rischio di contatto diretto con prodotti chimici o con microrganismi, devono soddisfare i requisiti della EN ISO 374:2016. Tale norma è composta da due parti:
- EN ISO 374-1:2016 Terminologia e requisiti prestazionali
- EN ISO 374-5:2016 Protezione da microrganismi
Protezione da microrganismi EN ISO 374-5:2016
Questa norma prevede che un guanto di protezione per essere resistente al rischio di contatto con microrganismi debba soddisfare la prova di resistenza alla penetrazione. Per penetrazione si intende la diffusione, a livello non molecolare, di un prodotto chimico e/o microrganismo, attraverso porosità, cuciture, punte di spillo imperfezioni del materiale del guanto di protezione. I guanti testati secondo la EN ISO 374-5:2016 costituiscono una barriera efficace per prevenire i rischi microbiologici.
Protezione da agenti chimici EN ISO 374-1:2016
Questa norma determina la resistenza dei materiali del guanto alla permeazione di prodotti chimici non gassosi, ma potenzialmente pericolosi in caso di contatto continuo (tabella 3). Per permeazione si intende il processo con il quale un prodotto chimico si diffonde attraverso il materiale del guanto di protezione a livello molecolare, ed è regolamentato dalla norma EN 16523:2015+A1:2018. La norma EN ISO 374-1:2016 è suddivisa a sua volta in tre parti:
1. Tipo A. I guanti, per essere testati secondo la EN ISO 374-1:2016 di Tipo A, devono ottenere un indice di prestazione almeno uguale a 2 per almeno 6 prodotti chimici di prova presenti nella tabella 3 per un determinato periodo di esposizione (tabella 4).
2. Tipo B. I guanti, per essere testati secondo la EN ISO 374-1:2016 di Tipo B, devono ottenere un indice di prestazione almeno uguale a 2 per almeno 3 prodotti chimici di prova presenti nella tabella 3 per un determinato periodo di esposizione (tabella 4).
3. Tipo C. I guanti, per essere testati secondo la EN ISO 374-1:2016 di Tipo C, devono ottenere un indice di prestazione almeno uguale a 2 per almeno 1 prodotto chimico di prova presente nella tabella 3 per un determinato periodo di esposizione (tabella 3).
Tabella 3
Prodotti chimici di prova | |||
Lettera Codice
|
Prodotto Chimico | Numero CAS
|
Classe |
A | Metanolo | 67-56-1 | Alcool primario |
B | Acetone | 67-64-1 | Chetone |
C | Acetonitrile | 75-05-8 | Composto di nitrile |
D | Diclorometano | 75-09-2 | Paraffina clorata |
E | Disolfuro di carbonio | 75-15-0 | Zolfo contenete composto organico |
F | Toluene | 108-88-3 | Idrocarburo aromatico |
G | Dietilamina | 109-89-7 | Amina |
H | Tetraidrofurano | 109-99-9 | Composto eterococlico e di etere |
I | Acetato d’etile | 141-78-6 | Estere |
J | N-eptano | 142-82-5 | Idrocarburo saturo |
K | Idrossido di Sodio 40% | 1310-73-2 | Base organica |
L | Acido solforico 96% | 7664-93-9 | Acido minerale inorganico |
M | Acido nitrico 65% | 7697-37-2 | Acido minerale inorganico, ossidante |
N | Acido acetico 99% | 64-19-7 | Acido organico |
O | Ammoniaca 25% | 1336-21-6 | Base organica |
S | Acido fluoridrico 40% | 7664-39-3 | Acido minerale inorganico |
T | Formaldeide 37% | 50-00-0 | Aldeide |
Tabella 4
Indice di permeazione | Tempo di passaggio (min) | Indice di permeazione | Tempo di passaggio (min) |
1 | >10 | 4 | >120 |
2 | >30 | 5 | >240 |
3 | >60 | 6 | >480 |
Rischio da calore e fuoco EN 407:2004
La norma EN 407:2004 indica i metodi di prova, le esigenze generali, i livelli di prestazione che i guanti di protezione contro i rischi termici devono superare per essere marcati. Questi guanti di protezione devono proteggere gli arti superiori dai rischi contro il calore e/o le fiamme sotto una o più forme: resistenza all’infiammabilità, resistenza al calore da contatto, calore convettivo, calore radiante, resistenza alle piccole proiezioni di metallo, resistenza alle grandi proiezioni di metallo (tabella 5).
Tabella 5
Livelli di prestazione | |||||||
0 | 1 | 2 | 3 | 4 | |||
A | 0-4
Resistenza all’infiammabilità Periodo di tempo in cui il materiale resta infiammato/incandescente dopo che la fonte di calore è stata rimossa |
Tempo di persistenza alla fiamma (s)
|
≤20 | ≤10 | ≤3 | ≤2 | |
Tempo di incandescenza residua (s) | ≤120 | ≤25 | ≤5 | ||||
B | 0-4
Resistenza al calore per contatto Temperature alle quali l’utilizzatore non avverte alcun dolore per un periodo di almeno 15 secondi |
Temperatura di contatto (°C) | 100 | 250 | 350 | 500 | |
C | 0-4
Resistenza al calore convettivo Periodo di tempo durante il quale il guanto è in grado di ritardare la trasmissione del calore generato da una fiamma |
Indice di trasmissione del calore (s) | ≤4 | ≤7 | ≤10 | ≤18 | |
D | 0-4
Resistenza al calore radiante Periodo di tempo durante il quale il guanto resiste al passaggio di calore proveniente da una sorgente radiante |
Trasmissione del calore (secondi)
|
≤7 | ≤20 | ≤50 | ≤95 | |
E | 0-4
Resistenza a piccoli spruzzi di metallo fuso Numero di goccioline di metallo fuso necessario per portare il guanto ad una determinata temperatura |
Numero di goccioline
|
≤10 | ≤15 | ≤25 | ≤35 | |
F | 0-4
Resistenza a grandi proiezioni di metallo fuso Quantità (peso) di metallo fusa necessaria per il deterioramento di un provino di materiale di finta pelle umana posto direttamente al di sotto del guanto di prova |
Ferro fuso (g) | 30 | 60 | 120 | 200 |
Rischio Freddo EN 511:2006
Questa normativa disciplina i requisiti ed i metodi di prova per la certificazione dei guanti di protezione contro il rischio del freddo trasmesso per convezione (processo di generazione di moti convettivi che avviene quando un fluido acqua o aria viene a contatto con un corpo più caldo) o per conduzione (processo di trasmissione del calore/freddo che si produce quando si mettono due corpi di temperatura diversa a contatto uno con l’altro) fino a temperature di -50°C (tabella 6).
Tabella 6
A | Resistenza al freddo convettivo (livello da 0 a 4) |
B | Resistenza al freddo da contatto (livello da 0 a 4) |
C | Impermeabilità all’acqua (livello da 0 a 1) 0 = permeabilità all’acqua 1 = impermeabilità all’acqua |
Normative abbigliamento da lavoro e alta visibilità
I capi di abbigliamento devono essere progettati e fabbricati in modo da fornire protezione quando utilizzati in conformità alle istruzioni del fabbricante, senza arrecare danno all’utilizzatore.
I materiali dell’abbigliamento, i prodotti di degradazione, le sostanze contenute, le cuciture e i bordi e in modo particolare quelle parti che sono a diretto contatto con l’utilizzatore, non devono danneggiare la salute e l’igiene dell’utilizzatore stesso.
Significato ed interpretazione dei nuovi pittogrammi standard utilizzati per l’identificazione dell’abbigliamento trovano indicazione nella direttiva europea sui Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). Il Regolamento (UE) 2016/425 stipula che i DPI devono essere approvati da un organismo indipendente (ente certificatore europeo notificato) per accettarne la sicurezza. Tutti i DPI devono essere marcati, oltre alla marcatura richiesta dalle eventuali norme di riferimento, con il marchio nelle forme previste di seguito, in funzione della categoria di riferimento. La marcatura può non comparire sul DPI se si può dimostrare che la stessa potrebbe compromettere i requisiti di salute e di sicurezza, o se la superficie disponibile non è sufficiente allo scopo. In questo caso la marcatura deve essere apposta sulla confezione dei DPI.
Categorie DPI e marchiatura
Categoria 1: Rischi minori (rischio di lesione inesistente o limitato). L’abbigliamento è soggetto ad una procedura di autocertificazione e il fabbricante è tenuto a verificare la conformità del prodotto alle disposizioni generali della normativa.
Categoria 2: Rischi gravi (rischio reale di lesione nella maggior parte delle applicazioni industriali). L’abbigliamento richiede un certificato di conformità ottenuto presso organismi notificati.
Categoria 3: Rischi irreversibili o mortali (attività che presentano un rischio mortale per le persone quali maneggio di materiali contaminati o di composti chimici altamente corrosivi, antincendio o operazioni con alta tensione). L’abbigliamento richiede un certificato di conformità e controllo regolare della produzione presso il fabbricante da parte di organismi notificati. La marcatura CE è dunque seguita dal numero dell’organismo notificato.
EN ISO 13688:2013
Indumenti di protezione
Requisiti generali
Vengono disciplinati i requisiti generali per ergonomia, invecchiamento, taglie e marcatura degli indumenti di protezione. I capi devono essere progettati e fabbricati offrendo all’utilizzatore il massimo grado di comfort. Le componenti e i materiali utilizzati non devono causare effetti indesiderati all’utilizzatore, quali allergie, irritazioni o lesioni. La gamma di taglie deve essere rappresentativa delle misure del corpo.
I livelli di prestazioni sono indicati attraverso il pittogramma ed i relativi indici ad esso affiancati, determinati sulla base delle prescrizioni riportate nelle norme di prodotto a cui il capo risulta conforme.
EN ISO 20471:2013+A1:2016
Indumenti di segnalazione ad alta visibilità per uso professionale Requisiti e metodi di prova
Gli indumenti ad alta visibilità sono destinati a fornire un’alta visibilità dell’utilizzatore visto dagli operatori di veicoli o di altri dispositivi meccanizzati in qualunque condizione di luce diurna o alla luce dei fari dei veicoli nell’oscurità. Ogni indumento alta visibilità è certificato secondo aree minime di materiale fluorescente, che permette maggiore visibilità di giorno, e banda retroriflettente della luce artificiale (fari di automobile) che permette maggiore visibilità di notte. La norma EN ISO 20471 suddivide gli indumenti in alta visibilità in tre classi, basate sulle aree minime di materiali ad alta visibilità visibili incorporati nel capo di abbigliamento, dove la classe 3 indica il livello più alto di visibilità.
Tabella 1
Aree minime di materiale visibile | Classe 1 | Classe 2 | Classe 3 |
Materiale di fondo fluorescente (m2) | 0,14 m2 | 0,50 m2 | 0,80 m2 |
Materiale retroriflettente (m2) | 0,10 m2 | 0,13 m2 | 0,20 m2 |
La norma prevede la possibilità di abbinare a completo due capi certificati in alta visibilità in modo tale da raggiungere una classe superiore, alla quale corrisponde un maggiore livello di protezione.
Ad esempio:
Aree minime di materiale visibile | Giacca RONAL J Taglia S |
Pantaloni RONAL Taglia S |
Completo RONAL Taglia S |
Materiale di fondo fluorescente (m2) | 0,67 m2 | 0,70 m2 | 1,37 m2 |
Materiale retroriflettente (m2) | 0,18 m2 | 0,13 m2 | 0,31 m2 |
Classe di assegnazione | Classe 2 | Classe 2 | Classe 3 |
EN 343:2003+A1:2007
Indumenti di protezione – protezione contro la pioggia
Questa norma si applica ai materiali e alle cuciture per i capi che proteggono da fattori atmosferici quali pioggia, nebbia, umidità del suolo e neve. Prevede due principali requisiti: la resistenza alla penetrazione dell’acqua e la resistenza evaporativa che determina la traspirabilità del corpo. Le proprietà di materiali e cuciture hanno lo scopo di assicurare un adeguato livello di protezione. L’impermeabilità all’acqua e la resistenza al vapore acqueo sono le proprietà essenziali da sottoporre a prova e da marcare sull’etichetta del capo. L’impermeabilità è la proprietà più importante ed è misurata sullo strato più esterno dell’indumento, le prove sono effettuate su tessuto nuovo e pretrattato e sulle cuciture. Alcuni materiali sono impermeabili alla trasmissione del vapore acqueo, tuttavia altri materiali presenti sul mercato associano l’impermeabilità all’acqua alla permeabilità al vapore acqueo. Una bassa resistenza al vapore aumenta l’evaporazione del sudore e contribuisce in modo significativo al raffreddamento corporeo. Ciò è molto utile in quanto contribuisce a fornire un maggiore comfort e un minor sforzo fisiologico e prolunga i tempi di utilizzo in particolari condizioni climatiche.
Tabella 2
Resistenza alla penetrazione dell’acqua (Wp) | Classe 1 | Classe 2 | Classe 3 |
Materiale nuovo | Wp ≥ 8.000 Pa | ||
Materiale dopo pretrattamenti* | Wp ≥ 8.000 Pa | Wp ≥ 13.000 Pa | |
Cuciture prima del pretrattamento | Wp ≥ 8.000 Pa | Wp ≥ 8.000 Pa | Wp ≥ 13.000 Pa |
* Pretrattamenti: lavaggio a secco e/o umido, abrasione, flessione ripetuta, effetto del combustibile e olio.
Tabella 3
Resistenza al vapore acqueo su tutti gli strati del capo (Ret) | Classe 1 | Classe 2 | Classe 3 |
m2Pa/W | Ret > 40 | 20 < Ret ≤ 40 | Ret ≤ 20 |
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